Probabilmente lavorare nel mondo dell’edilizia, dell’arredamento d’interni e del design è sempre stato il tuo grande sogno. Dopo anni di studio, attese e sacrifici, la tua passione è diventata la tua professione, tra progetti presenti e programmi futuri, sino ad arrivare al momento della meritata pensione.
A tale proposito, sai già come funziona la tua cassa di previdenza? Sai se riesce a offrirti tutte le tutele di cui hai bisogno?
Questo approfondimento potrà farti chiarezza…
Partiamo dal principio: Inarcassa è la cassa nazionale di previdenza ed assistenza per ingegneri e architetti che svolgono la loro attività come liberi professionisti. L’adesione è obbligatoria per coloro i quali sono iscritti all’albo professionale, non godono di altre modalità di previdenza obbligatoria e sono possessori di partita Iva (individuale oppure di associazione o società di professionisti).
Ingegneri e architetti che svolgono la propria attività come lavoratori dipendenti sono invece tenuti a iscriversi all’Inps e ricevono la pensione da quest’ultima.
Attualmente Inarcassa conta circa 88.000 architetti e 79.000 ingegneri iscritti. Oltre alla tradizionale pensione, fornisce prestazioni assistenziali nonché servizi per lo svolgimento dell’attività professionale.
Nello specifico:
PENSIONI: di vecchiaia, di invalidità e inabilità, di reversibilità per i familiari;
PRESTAZIONI ASSISTENZIALI: sussidi di maternità e paternità anche in caso di inoccupazione del partner, sussidi di invalidità temporanea, per figli con disabilità; per spese mediche;
SUSSIDI E AGEVOLAZIONI: Rc professionale, mutui e prestiti, cessione del quinto, e così via.
Come funzionano i contributi nella cassa previdenziale?
La prima tipologia di contributo viene definito soggettivo e corrisponde in pratica al contributo obbligatorio dell’Inps, che i professionisti di ogni cassa sono tenuti a versare.
Questi contributi sono calcolati applicando una quota percentuale sul reddito netto derivante dall’attività professionale dichiarato ai fini dell’Irpef. Per Inarcassa è del 14,5%. Versamento obbligatorio minimo 2.340 euro e massimale pari a 122.950 euro.
Vi è poi il contributo integrativo, a carico in realtà del cliente finale e applicato in fattura dal professionista. È un contributo per spese di gestione e amministrative e in genere non contribuisce al calcolo della pensione. La percentuale è del 4% del volume di affari ai fini IVA.
E infine abbiamo i contributi facoltativi in vigore dal 2013, ovvero quelli extra che il professionista sceglie di versare in maniera volontaria, fondamentalmente per integrare il montante contributivo accumulato e renderlo dunque più alto per la pensione futura.
Per ingegneri e architetti l’importo è in percentuale sul reddito, tra l’1 e l’8,5%, sempre nel limite del massimale di 122.950 euro. Per altre casse, vedi ad esempio i consulenti del lavoro, si tratta invece di una quota fissa di minimo 500 euro e suoi multipli.
La scelta di versare questo contributo può essere rinnovata di anno in anno. Possiamo definirla una sorta di previdenza complementare offerta da Inarcassa ai propri iscritti.
Come si calcola la pensione di un ingegnere: un caso reale
Hai la certezza di sapere come funziona la tua cassa previdenziale? Proviamo a spiegartelo con questo breve esempio.
Marco è un ingegnere di 38 anni, ha iniziato la sua attività nel 2014, con reddito medio annuo di 30.000 €. È sposato e al momento non ha figli a carico.
I contributi versati a Inarcassa consentono di accedere a più tipi di pensione che servono a tutelare l’iscritto nelle diverse fasi della vita. Dunque non solo pensione di vecchiaia, ma anche di inabilità, invalidità e per i superstiti. A quanto ammonteranno queste pensioni, ipotizzando che Marco abbia una carriera senza interruzioni e con reddito più o meno costante?
Sulla base del suo profilo otteniamo i seguenti dati:
Di pensione di vecchiaia gli spetteranno circa 670 euro lordi al mese;
Di pensione di invalidità gli spetterebbero 174 euro lordi mese, con eventuale integrazione al minimo per ISEE basso arriverebbero a circa 599 euro lordi mese;
Di pensione di inabilità al lavoro, come per esempio a seguito di una grave malattia, gli spetterebbero 87,25 euro lordi al mese. Con media redditi extra-professionali nei tre anni precedenti inferiore a 28.050 euro salirebbe a 855,55 euro lordi mese.
Inarcassa dispone che il trattamento minimo in caso di invalidità spetta solo se l’ISEE del nucleo familiare è inferiore ai 31.150 euro annui. Importo che, a pensarci bene, è molto facile da superare per il tipo di professione svolta e per la presenza di eventuali beni di proprietà.
Insomma, tocca considerare un “salvagente” davvero troppo piccolo per eventi simili.
Perché parlare di previdenza integrativa per ingegneri e architetti
In Italia stiamo andando inesorabilmente verso una situazione in cui i contributi versati dai lavoratori non saranno più sufficienti a garantire al numero crescente di pensionati un tenore di vita anche solo simile a quello dei loro ultimi anni di carriera.
Negli anni le varie riforme hanno visto modifiche nei coefficienti di trasformazione e nel sistema di calcolo delle pensioni. Con la legge Fornero, inoltre, sono stati testati i sistemi di tenuta delle casse stesse, che hanno iniziato a sensibilizzare i loro iscritti sull’importanza dei contributi extra per aumentare il montante accantonato che sarà alla base della loro pensione. Tale procedura viene “invogliata” dal fatto che quanto versato è completamente deducibile, quindi c’è un effettivo risparmio fiscale.
Ma versare il contributo volontario alla tua cassa di previdenza è veramente la soluzione ottimale per aumentare l’importo della tua pensione?
Non tutti sanno che esistono prodotti legati alla previdenza più vantaggiosi, non tanto nella fase di accumulo quanto nella fase di erogazione della pensione.
Strumenti flessibili come i fondi pensione e i PIP, deducibili fino a un massimo di 5.164,57 € annui, beneficiano di minori imposte nella fase di impiego del risparmio e nella fase di erogazione della pensione.
Quanto verrà erogato dal fondo pensione sarà tassato, secondo le attuali normative, massimo al 15%, mentre una pensione corrisposta dalla propria cassa di previdenza sarà pagata con una tassazione standard quindi dal 23% (fino a 15.000 euro di pensione annuale) al 43% per pensioni di oltre 70.000 euro annui.
Se consideriamo una percentuale media, la differenza di tassazione è di circa il 18% in meno per un fondo pensione, se la pensione erogata è di circa 35.000 euro annui.
Inoltre ci sono molti altri vantaggi nel creare una posizione individuale esterna, come quella di poter lasciare il capitale agli eredi senza dover sottostare alle regole della cassa in caso di premorienza.
L’accesso a forme di previdenza privata consente di vivere con maggior serenità il futuro e di continuare a realizzare i propri progetti dopo anni di duro lavoro.
Conclusione
Per ogni libero professionista non è solo importante lavorare serenamente ma anche conoscere per tempo quali sono i diritti, le tutele e le garanzie che gli spettano in caso di imprevisto (ma non solo).
D’altronde, quasi nessuno si prende la briga di spiegare tutto questo, in modo trasparente e indipendente dalla vendita di una polizza o di un servizio.
Sei un ingegnere o un architetto e ti piacerebbe avere un quadro completo della tua situazione economica e delle tutele già attive?
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